Ryan Heshka, Chemical X Factory, 2013, Acrylic And Mixed Media On Board, 56×111 Cm

7.03 – 4.05.2013

RYAN HESHKA – Teenage Machine Age

Antonio Colombo è lieto di presentare in galleria la seconda mostra personale di Ryan Heshka, artista canadese di area pop surrealista.
La mostra Teenage Machine Age, ci riporta dove l’ultima sua mostra in galleria (Ours) ci aveva lasciato.
Heshka continua la sua rivisitazione dell’epoca d’oro della Science Fiction immaginando un universo fantastico popolato da pin-up, computer futuristici, robot di latta e mostri umanoidi, attraverso l’esplorazione di scene surreali e di ricordi offuscati, mescolando il tutto con vaghi cenni a temi universali.
L’uso e l’abuso della tecnologia, la folle corsa dell’umanità per sfuggire alla noia, l’intrecciarsi del mondo artificiale creato dall’uomo con l’ambiente naturale, lo spirito commerciale impazzito…. Tutti questi temi trovano la loro dimensione in dipinti su tavola dai colori primari accesi e raffinati disegni su carta, di piccole e grandi dimensioni.
Il suo stile risente del linguaggio visivo e naïf dei fumetti, delle copertine di giornali scandalistici, dei volantini pubblicitari, dei B-movie d’antan, delle atmosfere retrò del genere Steampunk, e delle vecchie affissioni…. così che la cultura consumistica del passato finisce per rispecchiare la cultura altrettanto consumistica del giorno d’oggi. L’utilizzo di ritagli di vecchie riviste, di una finitura molto lucida per i lavori su tavola, di carte ingiallite per quelli su carta e l’uso di cornici vintage accentuano il fascino di vissuto di questi lavori.
L’impressione finale è quella di un mondo tecnologicamente avanzato che vive in uno spericolato sogno adolescenziale, patinato da colori rassicuranti e texture seducenti.

Ryan Heshka è nato a Manitoba, in Canada nel 1970. Vive e lavora a Vancouver, Canada.
Ha conseguito una laurea in interior design e ha lavorato per molti anni in questo settore, oltre che nell’animazione, prima di fare dell’arte e dell’illustrazione la sua principale attività.
Le influenze dei suoi lavori si possono spiegare da un amore lungo una vita per i fumetti (tra i suoi artisti preferiti citiamo Jack Kirby, Bill Everett e Basil Wolverton), per giornali scandalistici (Frank R.Paul), per libri per bambini (Dr. Seuss), per film con mostri e B-movie (come i film di Ray Harryhausen, King Kong, Dracula etc), per le vecchie pubblicità e manifesti, tutte queste fonti hanno creato il suo stile artistico. Disegnando fin da piccolo, Heshka utilizzava modellini (piccole città costruite con cartoline) e filmini super 8 per creare un proprio mondo.
Heshka appare nei maggiori annuali di illustrazione, tra cui American Illustration, Society of Illustrators, Communication Arts, 3 x 3, e Applied Arts. Tra i suoi clienti ci sono Vanity Fair, Wall Street Journal, The New York Times, Playboy, Esquire, Forbes, Topps e Dreamworks SKG.
Ha esposto in gallerie nel Nord America ( tra cui Roq La Rue, Seattle, WA; Richard Heller, LA¸ Copro Nason, LA; Orbit Gallery, New Jersey; Rotofugi, Chicago) e in Europa (Feinkust Kruger, Germania; Antonio Colombo Arte Contemporanea, Italia), ed è stato pubblicato numerose volte in BLAB! e su alcuni libri dedicati al movimento della New Underground, tra cui THE UPSET.
Il suo secondo libro per bambini è uscito lo scorso inverno e il suo primo libro è stato edito dalla DreamWorks SKG.

Il Risveglio

di Monte Beauchamp

Durante l’autunno 2005 ricevetti una telefonata da un artista canadese, Ryan Heshka.

Notai da subito il suo modo chiaro e conciso di parlare, una caratteristica inusuale per un artista.

Ryan mi spiegò che si guadagnava da vivere facendo l’illustratore ed era un grande fan della mia art anthology BLAB!, che la sua fidanzata gli aveva fatto scoprire diversi anni prima. Dopo entusiasti elogi sugli artisti, i contenuti, il design e l’alta qualità della produzione, si informò sulla procedura da seguire per far parte del gruppo degli artisti pubblicati sulla rivista.

Poichè pubblichiamo raramente ed eravamo già circondati da talenti, non c’erano candidature aperte. Eppure lì c’era qualcuno con un sincero desiderio di contribuire, così acconsentì a dare un’occhiata al suo lavoro.

Alcuni giorni dopo arrivò una lettera da Ryan, impeccabilmente scritta a mano e meticolosamente avvolta in un pacchetto. Nell’osservare i lavori allegati rimasi impressionato dal livello di competenza di questo talento sconosciuto. Il suo stile era nuovo, la sua gamma di colori unica. E il suo tocco raffinato.

Tuttavia i temi e i soggetti (composti in gran parte da pin-up e strani animali) si dimostrarono problematici. Era un terreno già battuto da molti artisti di BLAB!. Quando mi trovo davanti a questi dilemmi editoriali, la mia politica è quella di rifiutare il lavoro. Eppure c’era qualcosa che mi incuriosiva.

Chiesi a Ryan se fosse disposto a farsi orientare ad esplorare nuovi soggetti, a sperimentare un po’ per vedere cosa poteva venirne fuori. Ryan non solo colse l’opportunità, ma fu ansioso di iniziare.

Dopo aver passato in rassegna diversi possibili soggetti, arrivammo a sceglierne uno particolare, unendo la fantascienza al tema del riscaldamento globale, in cui raggi di sole, sparati casualmente sulla terra, attraversavano lo strato dell’ozono, colpendo esseri umani e veicoli in movimento e infiammando la città.

Per far sì che il concetto fosse più indiretto e non convenzionale, proposi che nessuna delle facce umane fosse totalmente rivelata, soltanto il minimo accenno al profilo. Non solo questa era una nuova direzione da seguire, ma avrebbe collocato i lavori di Ryan lontano da quelli degli altri artisti di BLAB!.

Dopo aver ideato quasi una dozzina di possibili scenari, discutemmo sul formato e decidemmo di realizzare una storia di due pagine, che includeva otto immagini intitolate “Sun Rays of Death”. Da lì Ryan partì per la creazione della sua opera finale.

Sembrava fosse passato poco tempo da quando Ryan aveva iniziato a lavorare, quando mi telefonò dicendo che aveva già terminato l’incarico. Nell’esaminare attentamente le tavole definitive, fui estremamente compiaciuto nell’aver scommesso su questo artista sconosciuto.

Il debutto di Ryan apparve sul numero 17 di BLAB! e creò grande eccitazione sia tra i lettori che tra gli artisti. “Chi è questo nuovo, brillante talento?” si chiedevano.

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Ryan Heshka è nato il 22 Settembre 1970 a Brandon, Canada, una città della provincia di Manitoba. All’età di quattro anni la sua famiglia si trasferì a Winnipeg e Ryan cominciò a scarabocchiare…

…e scarabocchiare…

…e scarabocchiare.

Non poteva fermarsi.

All’età di cinque anni scelse i pennarelli come suo strumento preferito. Scarabocchi colorati di Batman fecero spazio ai quartetti di supereroi. A nove anni Ryan e il fratello minore Tyler si auto producevano intere serie di fumetti.
Ispirati dai video di figure animate in stop motion dell’acclamato regista di effetti speciali Ray Harryhausen, che videro all’interno di uno speciale televisivo sulla creazione di Star Wars, i ragazzi presero in prestito la videocamera 8mm del nonno e iniziarono a realizzare film sci-fi per conto loro.

Joan and Lorne Heshka incoraggiavano la creatività dei figli, fornendo loro qualsiasi mezzo artistico necessitassero.

Un altro dei passatempi di Ryan era lo studio degli animali che vivono negli stagni. Non solo di rane e tartarughe, ma anche di organismi monocellulari. Il giovane Ryan osservava lo svolgersi di “mondi dentro mondi” attraverso le lenti del microscopio.

Ryan era affascinato anche dalle torri di trasmissioni radio, definite poi come “giganti guardiani mettalici delle praterie.”

Dopo che lo zio gli passò la sua collezione di fumetti dei Fantastici Quattro, Ryan si appassionò ai fumetti mozzafiato di Jack “King” Kirby. Passava ore ed ore perso tra le pagine del maestro.

Un articolo riguardo l’American Golden Age dei fumetti, pubblicato nel Winnipeg Free Press lasciò Heshka a bocca aperta. I lavori riprodotti l’avevano colpito profondamente.

Pioneri dei fumettisti come Bill Everett, Basil Wolverton, Carl Burgos, Paul Gustavson e Tarpe Mills rimangono ancora oggi tra i suoi preferiti, così come alcuni illustratori di giornali pulp durante la Grande Depressione, specialmente Frank R.Paul, decano dell’illustrazione di fantascienza. In un notevole tributo al suo eroe personale per BLAB WORLD #2, Heshka riflette:

“Fu The Star Wars Album, il primo libro sulla realizzazione della saga, che mi fece interessare all’arte di Frank R.Paul. In una pagina interna, che svelava la fonte di ispirazione di George Lucas per la realizzazione del leggendario blockbuster, c’era una fantastica vecchia cover di una delle prime riviste di sci-fiction, Amazing Stories.
Quasi grezzo, ma magistralmente dipinto, era il ritratto futuristico di un gruppo di donne nude con copricapi che fungevano da ali e che osservavano un’astronave sferica in lontananza. Ed era così bizzarro ed estraneo alla mia sensibilità di bambino di sette anni, che mi chiesi se non fosse stato creato in qualche pianeta lontano.

Quella cover, datata Dicembre 1926 (che scoprii successivamente essere la preferita dall’artista) mi portò ad un amore duraturo per l’arte di Paul.”

Alla fine del liceo la passione di Ryan per il disegno lo spinse a iscriversi alla facoltà di Architettura. Laureatosi in Interior Design, iniziò a lavorare in questo campo.

Desideroso di dedicare sempre più tempo al disegno, quattro anni più tardi lasciò la sua professione, per dedicarsi completamente all’illustrazione. Per assicurarsi maggior lavoro, si spostò poi a Vancouver in cerca di una posizione nella crescente scena dell’animazione. Senza aver seguito alcun insegnamento specifico, Ryan superò brillantemente un test di clean-up, ossia di rifinitura di un personaggio di animazione, e venne subito messo al lavoro.

Poco dopo si sposò, ma nè la sua carriera nè il suo matrimonio erano destinati a durare.

Qualche anno dopo, separato e intrappolato in un lavoro che trovava opprimente e ripetitivo, Ryan fu costretto a riesaminare attentamente la sua vita. L’amore di Heshka per le immagini stampate (vecchie confezioni, grafiche di vecchi film, poster, fumetti, romanzi pulp) e la sua ossessione per il disegno lo spronarono, ancora una volta, a cercare di costruirsi una vera carriera di illustratore. Questa volta presentò i suoi lavori a molte agenzie di illustratori. Kate Larkworthy con sede sulla east coast lo prese sotto la sua protezione.

Playboy, Vanity Fair, Esquire, The New York Times e The Wall Street Journal sono solo alcuni dei giornali in cui i suoi lavori sono apparsi da quel momento in poi.

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Sono passati otto anni da quando Ryan ha contattato BLAB!. Nonostante il tempo passato, continuo a guardare al suo contributo con grande soddisfazione e totale compiacimento.
Ha donato all’art anthology BLAB! moltissimi momenti gloriosi.

L’artista sconosciuto che incontrai tempo fa è ora uno dei maggiori esponenti del mondo del Pop Surrealismo e della Low Brow Art. Le opere di Ryan sono avidamente collezionate ed esibite nelle gallerie di tutta Europa e Nord America.

Osservarlo crescere e sbocciare in un maestro è stato un raro ed immenso privilegio.

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